31 luglio 2006

La ragione rivoluzionaria.

Sull'ultimo numero di RESET troviamo un interessante saggio di Ermanno Bencivenga su Anselmo d'Aosta nel quale, partendo dal "credo ut intelligam", il filosofo centra l'attenzione sulla rivoluzionarietà della ragione.
Il procedere logico della ragione è un'operazione rivoluzionaria.
Il "credo ut intelligam" di Anselmo si riflette nella logica kantiana del ricercare la possibilità di ciò che sentiamo, di ciò che pratichiamo.
La logica ha una sua anima sovversiva in quanto, volendo stabilire un'argomentazione logica perfettamente cogente, ci si interroga su tutti i possibili errori che sono celati dietro ogni possibile passo.
Tale operazione, secondo Bencivenga, è quella che fanno i bambini che - con spirito insieme logico e filosofico - trovano il punto debole delle argomentazioni che vengono loro proposte fino a che l'adulto non si stanca e chiude il discorso dicendo "così è, e basta!".
Nell'epoca contemporanea, in cui i sistemi di conoscenza e di informazione sociale si comportano come adulti stanchi, l'essere umano deve tornare a comportarsi come un bambino che cerca i punti deboli di quanto trova di fronte a sè e di quanto sta dentro di sè.
Solo così, decostruendo secondo ragione, l'essere umano può riposizionarsi (o posizionarsi) attivamente nel mondo.