24 maggio 2007

Riflessione sulla consulenza filosofica

La consulenza filosofica è, a mio parere, la capacità (o, meglio, il tentativo capace) di far sì che l'individuo (il consultante) possa re-impossessarsi del senso della propria esistenza in generale o del proprio esistere particolare, intervenendo egli stesso sui propri problemi e disagi. Ciò, senza dover più derogare ad altri le forme eterodirette di intervento sui problemi e disagi stessi.
L'autodirezionalità dell'individuo con se stesso e con la propria condizione esistenziale è la vera cura.
La consulenza filosofica non è dunque un prendersi cura ma una sorta di formazione interattiva al prendersi cura di sè.
In tal senso si può parlare di metodo/non-metodo filosofico e di dialogo filosofico non come una relazione empatica ma come la creazione di uno spazio logico di interlocuzione tra consulente e consultante.
Elemento fondamentale di questa che ho, in fase puramente preliminare, definito formazione interattiva è il prendere coscienza dell'altro-da-sè da parte del sè. Tale atto richiede l'emersione del senso della coscienza, dell'autoconsapevolezza della coscienza.