01 settembre 2008

Consulenza filosofica e albo professionale.

Chi mi conosce sa perfettamente quanto io sia un avversario di tutti gli albi professionali a cui preferisco un sistema associativo di garanzia (soprattutto di coloro che alle professioni si rivolgono) che non vada a costituire un sistema di protezione corporativo e al di là di ogni messa in discussione, di ogni regola di mercato e di ogni giudizio di efficacia.
Insomma, non amo gli ordini protetti.
Per questo riporto il testo di "Filosofia minima" di Armando Massarenti sull'inserto domenicale de Il Solo - 24 Ore del 24 agosto scorso.
Mi piacerebbe che coloro che come me si cimentano con la filosofia e con la consulenza filosofica o, che dir si voglia, con le pratiche filosofiche, con la filosofia applicata, esprimessero la loro opinione su quella che definisco la provocazione di Massarenti e sul generale tema, appunto, della consulenza filosofica.
Ecco il testo dell'articolo.
Tutti iscritti all'albo dei pensatori
"Sul sito dell'Istituto Bruno Leoni, Silvio Boccalatte commenta «Il meglio del peggio delle proposte di legge in discussione», un bilancio dei primi cento giorni di attività del Parlamento visti da una prospettiva liberale. Si parla anche di un progetto intitolato «Norme relative alla professione del consulente fllosofico e istituzione del relativo albo professionale». L' Italia è il Paese più ricco al mondo di albi e ordini, senza che «ciò produca alcun beneficio per la qualità dell'esercizio delle professioni». La consulenza filosofica farà eccezione? «Sono quasi tremila anni che il mondo della filosofia si sviluppa con insopportabile anarchia - ironizza giustamente Boccalatte -, producendo idee nocive per il bene pubblico. Una società moderna e postindustriale non può tollerare che una persona, non debitamente formata e sottoposta a certificazione statale, instilli convinzioni errate nelle menti del liberi cittadini». Seguono esempi paradossali di consulenti che hanno impartito lezioni assai dubbie. Aristotele con Alessandro Magno e Seneca con Nerone, sono stati dei consulenti efficaci? Se un ente pubblico avesse certificato la loro professionalità, forse I'umanità avrebbe evitato crimini e guerre!
Ma c'è anche un altro motivo per essere scettici sull'utilità di un tale albo e riguarda la natura stessa della consulenza filosofica. I suoi cultori insistono sul suo aspetto dialogico: «il consulente prende parte alia ricerca alla pari del consultante, ovvero egli stesso, nel dialogo, mette alla prova le sue idee, le sue teorie - e pertanto non ha nulla da "insegnare" al consultante, che si limita ad accompagnare nell' esplorazione della sua visione del mondo». La consulenza filosofica va dunque distinta dal «counseling filosofico» perche quest' ultimo, anche se suona quasi uguale, «fa uso di tecniche psicologiche di ascolto e di comunicazione, ovvero opera strumentalmente sul consultante». Dunque sarebbe più plausibile un albo del «counseling filosofico» (previsto infatti in alcuni Paesi) e non della consulenza filosofica. Se però il legislatore volesse persistere sulla sua strada rimarrebbe ancora una cosa da fare: iscrivere d'ufficio non solo i consulenti, ma anche tutti coloro che si rivolgono alla consulenza e, perchè no, anche tutti coloro che amano ragionare in proprio. Una tecnica inflazionistica per dimostrare due cose: che siamo tutti un po' filosofi e quanto è inutile l'albo".

4 commenti:

Maria Devigili ha detto...

Ancora prima dell'albo professionale, io trovo che la stessa collocazione professionale della consulenza filosofica sia discutibile e assai problematica: non è counseling, non è terapia, è filosofia, per niente vendibile!

Anonimo ha detto...

Io credo che sarebbe cosa utile istituzionalizzare la filosofia pratica e regolamentarla. Lo dico perché in questo modo i vantaggi supererebbero gli svantaggi, ossia: avere un "riconoscimento" da parte dello Stato significa avere maggior garanzia di qualificazione e competenza del Counselor filosofico; porrebbe finalmente fine alle inutili dispute tra Filosofi e Psicoanalisti, sancendo una volta per tutte la nascita di una pratica a cui poter fare riferimento; incuterà maggior fiducia e coraggio ad avvicinarsi e bussare alla porta di un Filosofo. Insomma avere dalla propria parte lo stato è una garanzia che qualcosa, nel bene o nel male, potrà muoversi e accadere.

p.s.i.c.h.e. ha detto...

Per Maria. Infatti non si vende niente. Si fa consulenza.

LO SCOGLIO DEL NAUFRAGO ha detto...

condivido pienamente....sandro
http//loscogliodelnaufrago.blogspot.com